C’è l’accordo politico all’Europarlamento per bandire gli oggetti prodotti in plastica monouso: si procederà per gradi a partire dal 2021, a cominciare da bastoncini cotonati, posate, piatti, bicchieri, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini.

In particolare i prodotti sopracitati che rappresentano da soli il 70% dei rifiuti in mare dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili. In più, i contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore.

La direttiva fissa anche un obiettivo di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica entro il 2029 (invece del 2025 originariamente proposto dalla Commissione europea, nel maggio 2018), ad esempio mediante l’introduzione di sistemi di cauzione-deposito, come quelli già esistenti per alcune bottiglie di vetro.

Entro il 2025, inoltre, grazie agli emendamenti aggiunti dall’Europarlamento, il 25% delle bottiglie di plastica dovrà essere composto da materiali riciclati, quota che salirà al 30% entro il 2030. Il divieto di commercializzazione riguarderà anche gli oggetti di plastiche cosiddetre oxo-biodegradabili (che all’eposizione all’aria si riducono in piccoli frammenti ma restano poi comunque a lungo nell’ambiente) e alcuni contenitori di alimenti in polistirene espanso.

I produttori, inoltre, dovranno contribuire a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, e i costi delle misure di sensibilizzazione per una serie di prodotti: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Sono anche previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti.