L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) pubblica l’edizione 2019 del Rapporto Rifiuti Speciali, fornendo un quadro completo di informazioni sui rifiuti definiti speciali, ovvero quelli non urbani, legati ad attività produttive e derivanti da quelle agricole, industriali, di costruzione e demolizione e dal settore del trattamento dei rifiuti. I dati sono aggiornati all’anno 2017.

A livello territoriale la produzione dei rifiuti speciali è percentualmente più alta nel nord Italia pari al 58,3% del dato nazionale, segue il Sud (23,7%) e il Centro (18%); fra le regioni, il dato più elevato è in Lombardia (30,8 milioni di tonnellate), segue il Veneto (15,1 milioni di tonnellate), l’Emilia-Romagna (13,7 milioni di tonnellate) e Piemonte (10,8 milioni di tonnellate).

Nel 2017 i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate).

La quantità maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96 % rifiuti metallici) seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824 mila tonnellate e dall’Austria, 733 mila tonnellate.

rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclaggio, principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia.

Il 68% dei rifiuti esportati (poco più di 2 milioni di tonnellate) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32% (circa 1 milione di tonnellate) a quella dei pericolosi.

Il maggior contributo alla produzione complessiva arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni, che con oltre 57 milioni di tonnellate, concorre al 41% del totale prodotto.

Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano il 25,7% del totale (quasi 36 milioni di tonnellate), l’insieme delle attività manifatturiere il 21,5% (quasi 30 milioni di tonnellate).

Fonte Ispra